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The Books' Whisper

Literary Consultant and Scout
Un rapporto qualità-prezzo troppo buono

Un rapporto qualità-prezzo troppo buono

In un brillante articolo pubblicato sul sito di Spears magazine, Sam Leith fa alcune considerazioni interessanti su quanto i libri siano stati (e siano tuttora) fondamentali nel plasmare il mondo, eppure sia difficile farli percepire come un valore, sebbene offrano il rapporto qualità/prezzo più alto di qualunque altra forma di intrattenimento.

L'articolo comincia con un divertente aneddoto: tra i vari libri che ogni giorno arrivano in redazione per essere recensiti, la maggior parte dei quali inviata nella solita anomima busta con comunicato stampa, Leith un giorno riceve un pacco contenente un libro sull'alpinismo e una scatolina di mentine. Questo gli fa realizzare che «il mondo dei libri deve avere le bustarelle più schifose di qualsiasi altro settore.» Ma si affretta a chiarire che questa affermazione «non è una richiesta di bustarelle più stravaganti, ma piuttosto una riflessione su come la praticamente inesistente corruzione nel mondo librario rifletta il terribile modo in cui i libri nella civiltà moderna vengono sottovalutati.»

Poi aggiunge che «il caso a loro favore è chiarissimo. Lasciate da parte per un momento il fatto che, senza i libri, la civiltà moderna praticamente non esisterebbe. I libri sono la nostra memoria collettiva e senza di essi e la capacità di ogni nuova generazione di imparare da essi, staremmo ancora tutti a raccontarci storielle da campeggio, a grattarci e idolatrare pietre.

«No, lasciate questa cosa da parte (ma comunque prendetene nota). Considerate il caso dei libri al tempo presente. Hanno il miglior rapporto qualità/prezzo. Il prezzo di un tascabile vi compra diverse ore di piacere e coinvolgimento. Esso può espandere la vostra comprensione del mondo e del cuore umano. Può farvi piangere, ridere e pensare, eppure, come ci dimostrano diversi siti di pirateria, molti di noi proveranno a evitare anche quella piccola spesa. Però non esitate a spendere quasi dieci sterline per una tazza di caffè e un panino francese da Pret, dieci minuti di intrattenimento poco memorabile che non potrete né restituire né prestare né, a meno che non siate davvero noiosi, usare come argomento di conversazione coi vostri amici.»

Leith fa inoltre notare che i film, la TV e anche alcuni videogiochi, su cui sia le aziende che i consumatori spendono più soldi, spessissimo sono tratti dai libri. E se la tendenza di non comprare libri continuerà così e gli autori non verranno pubblicati, ci saranno sempre meno storie disponibili e quei media offriranno un sempre peggiore "ritorno sugli investimenti".

«Quindi quando dico che i libri offrono un buon rapporto qualità/prezzo, ciò che intendo realmente dire è che offrono un rapporto qualità/prezzo troppo buono. Sono un affare... e vengono rubati. L'abolizione del Net Book Agreement (che fissava i prezzi di vendita) è stato positivo per i consumatori. L'arrivo di Amazon, con il suo feroce taglio dei margini, è stato (almeno finora) una cosa positiva per i consumatori. Ma che ne sarà dei produttori da cui i consumatori dipendono? Come un parassita sempre assetato, stiamo prosciugando la vita stessa del nostro ospite.

«Ciascuno di questi libri è costato allo scrittore centinaia di ore solitarie, Jeffrey Archer una volta mi parlò di un migliaio di ore per libri. Eppure sapevate che, secondo l'Authors’ Licensing and Collecting Society, il reddito annuale medio per gli scrittori nel Regno Unito oggi è meno di 10.500 sterline, e che si è quasi dimezzato dal 2005? Siamo sotto al salario minimo.»

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