Come i libri cambiano il mondo – The secrets we kept
NOTA: Al momento della stesura del presente articolo non risulta disponibile in italiano, ma avrebbe senso che Feltrinelli lo stesse considerando.
The Secrets we Kept di Lara Prescott è un romanzo storico sul potere della letteratura. Ambientato durante la Guerra Fredda, il libro esplora il conflitto tra gli stati Uniti e la Russia da punti di vista differenti. Negli Stati Uniti ci sono le dattilografe, alcune delle quali diventano spie, in Russia ci sono Olga Ivinskaya e Boris Pasternak, mentre in Italia l’editore Giangiacomo Feltrinelli si assicura che Il dottor Zivago divenga disponibile a tutti… Il fulcro di The Secrets We Kept è dunque un libro: Il dottor Zivago, romanzo che esplora la delusione dell’ideologia rivoluzionaria e viene dunque utilizzato dagli americani come un’arma, mentre l’editore italiano si rifiuta di “commettere il crimine” di non pubblicare un tale capolavoro. Nell’Est, Pasternak e la sua amante Olga pagano il prezzo della verità, il primo subendo minacce dal governo e Olga venendo condannata a cinque anni nel Gulag.
Il periodo della Guerra Fredda è stato molto delicato non solo per via del conflitto, ma anche perché le donne furono costrette a fare un passo indietro e assumere un ruolo di secondo piano come mogli e assistenti, dopo aver assaporato l’indipendenza nella Seconda guerra mondiale, in cui giocarono un ruolo fondamentale nell’aiutare la loro patria a vincere la guerra. Negli anni 60 però, ciò che avevano conseguito in passato non contò più e tornarono a essere considerate degli accessori. Eppure erano cambiate, avevano scoperto di avere sogni ed erano riluttanti a rinuciarvi. Non potevano più tornare indietro.
«Ci chiamavano ragazze, ma non lo eravamo. Arrivammo all’Agenzia a titolo di Radcliffe, Vassar, Smith. Eravamo le prime figlie nelle nostre famiglie ad aver preso una laurea, alcune di noi parlavano mandarino, altre sapevano pilotare un aereo, altre ancora sapevano maneggiare una Colt 1873 meglio di John Wayne, ma ai colloqui l’unica cosa che ci chiedevano era “Sa battere a macchina?”»
Leggiamo le storie di queste donne, specialmente quelle di Sally e Irina che diventano spie per l’intelligence americana (e amanti osteggiate dal destino), e impariamo a conoscere Olga, che Pasternak amò per tutta la vita, nonostante non lasciò mai la moglie. Soffriamo con Olga quando viene accusata di essere una “complice della spia” e condannata a cinque anni nel Gulag e gioiamo insieme a lei quando viene rilasciata con due anni in anticipo dopo la morte di Stalin. I capitoli in cui Olga racconta il suo periodo nel Gulag sono molto toccanti e mostrano la sua forza e lealtà verso Pasternak, l’uomo che amava e ammirava come scrittore.
«Il mio primo giorno nei campi, il terreno era duro e gelato e il piccone troppo pesante per poterlo sollevare al di sopra dei fianchi. Le mie mani si riempirono di vesciche nel giro di mezz’ora. Usai tutta la mia forza solo per fare un foro nel terreno, giusto un buchetto della larghezza di un dito. Alla donna che mi stava a fianco stava andando meglio, avendo ricevuto un badile su cui poteva mettere i piedi, in modo che il suo peso ne forzasse la punta nella terra, ma io avevo solo un piccone e qualche metro cubi di terra da rivoltare per poter ricevere la mia razione giornaliera.
Il primo giorno della mia riabilitazione non mangiai niente.
Anche il secondo giorno della riabilitazione non mangiai.
Il terzo giorno, riuscii di nuovo a fare appena qualche segno nel terreno, così mi furono negate di nuovo le razioni. Ma una giovane suora spezzò un pezzo del suo pane e me lo porse mentre la superai nella fila per il bagno. Le ero grata e per la prima volta, da quando gli uomini mi avevano presa nel mio appartamento di Mosca, pensai che forse avrei dovuto cominciare a pregare.»
Dopo il suo rilascio, Olga diventa l’agente letteraria di Pasternak, ma quando entrambi realizzano il pericolo che la pubblicazione di Zivago comporterebbe per sé e per le loro famiglie è troppo tardi. L’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli pubblica il libro in Italia e comincia a vendere anche i diritti esteri. Gli americani si adoperano per spacciarne delle copie allo scopo di imbarazzare il nemico e a Pasternak viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura, adirando ancora di più il Partito Comunista, tant’è che viene costretto a rifiutarlo e a scusarsi pubblicamente col suo Paese. Questi fatti storici provano il potere della letteratura e Lara Prescott lo spiega magnificamente quando descrive Feltrinelli:
«Ci sono due tipi di uomini ambiziosi: quelli allevati per esserlo (cui sin dalla più tenera età viene detto che il mondo è a loro disposizione) e quelli che passano alla storia. Feltrinelli era fatto di entrambe le stoffe. Benché la maggior parte degli uomini nati nella grande ricchezza portino con sé il fardello di preservare ciò che hanno ereditato, Feltrinelli non aveva fondato una casa editrice per aggiungere un’altra tacca al suo impero, ma perché credeva sinceramente che la letteratura potesse cambiare il mondo.»
Ci viene anche ricordato che i libri modellano la società quando la Prescott fa parlare Teddy, una spia che è in realtà un intellettuale e aspirante scrittore:
«L’Agenzia voleva accumulare intellettuali, persone che credevano che l’ideologia delle persone si dovesse cambiare gradualmente, pianificando a lungo termine. E credevano che i libri potessero farlo. Io credevo che i libri potessero farlo.»
The Secrets We Kept è un’opera ben scritta e un accurato romanzo storico e credo sia una prova del ruolo fondamentale che la letteratura ha avuto, ha ancora e sempre avrà nel cambiare il mondo.