Geisha of Gion (Storia proibita di una geisha)
Questo memoir affascinante e coinvolgente racconta la vera storia di Mineko Iwasaki, la geisha più famosa di tutti i tempi e colei che ha ispirato il romanzo bestseller Memorie di una geisha (Arthur Golden). Questo libro fu pubblicato successivamente al romanzo (che causò non pochi problemi all'autore, il quale dovette pagare un risarcimento alla Iwasaki per aver infranto i loro accordi e aver rappresentato erroneamente diversi aspetti della vita delle geishe (che a Kyoto si chiamano geiko), primo tra tutti il falso mito che le geishe concedessero favori sessuali ai loro clienti.
La maggior parte dei negozianti veniva da noi di mattina. Gli uomini erano ammessi nell’okiya Iwasaki dopo le dieci, quando quasi tutte le inquiline erano uscite. Arrivava l’uomo del ghiaccio. Venditori di kimono, fornitori di cibo, incaricati del recupero crediti, venivano tutti accolti nel genkan. C’era una panca sulla quale potevano sedere mentre concludevano i loro affari. I parenti di sesso maschile, come mio padre, avevano il permesso di entrare fino alla sala da pranzo. Solo ai monaci e ai bambini era concesso di spingersi più in là. Neppure il marito di Aba, il fratello più giovane di zietta Oima, poteva andare e venire a proprio piacimento. È per questo che l’idea di una casa di geishe intesa come covo di donne di malaffare è tanto ridicola. Gli uomini sono a stento ammessi all’interno di questi bastioni della società femminile, figuriamoci se potrebbero mai intrattenersi con uno dei suoi membri.
Masako Tanaka nacque in una famiglia di nobili decaduti e visse un'infanzia felice. Verso i cinque anni si trasferì nell'okiya di Madame Oima, che poi la adottò ufficialmente per farne la sua atotori (erede) diventando Mineko Iwasaki. Venne istruita nelle arti, divenendo particolarmente brava come danzatrice. Nel suo memoir racconta la sua vita e la sua carriera e descrive in modo molto dettagliato la cultura giapponese del tempo, rivelandosi una donna estremamente istruita, intelligente e coraggiosa, una pioniera del suo tempo che è stata da esempio per molte colleghe dell'epoca e che ha cercato (purtroppo senza successo) di far fare un "salto evolutivo" all'istituzione che l'aveva formata ma che non era disposta ad attuare i cambiamenti necessari per adattarsi ai nuovi mutamenti sociali mondiali.
Il mio ritiro sarebbe stato un duro colpo per il sistema. Speravo che lo shock della mia defezione e le ripercussioni che questa avrebbe avuto avrebbero funzionato come campanello d’allarme per la classe dirigente conservatrice affinché le cose cambiassero. Volevo che ci si rendesse conto che l’organizzazione di Gion Kobu era pericolosamente lontana dalla realtà e che se non avessero fatto delle riforme il quartiere non sarebbe sopravvissuto. Dal mio punto di vista, la fine del karyukai sembrava inevitabile. L’organizzazione era gravemente malata: stava infatti soffocando proprio quei tesori che aveva il compito di proteggere.
Questo libro (la cui lettura è molto gradevole, scorrevole e istruttiva), pubblicato originariamente come Geisha, a life negli USA e Geisha of Gion nello UK e come Storia proibita di una geisha (titolo un po' bizzarro in quanto non c'è nulla di "proibito" in questo sincero e candido memoir), è sicuramente una lettura consigliata a chiunque sia affascinato dal Giappone, ma anche da qualunque donna cerchi l'indipendenza e desideri leggere storie di donne forti cui ispirarsi.